panel 26
BORDERS, FRONTIERS AND STATE FORMATION IN SUB-SAHARAN AFRICA / CONFINI, FRONTIERE E FORMAZIONE DELLO STATO IN AFRICA SUB-SAHARIANA
CONVENORS / PROPONENTI:
- LUCA PUDDU, UNIVERSITÀ DI CAGLIARI (luca.puddu@unica.it)
- ISABELLA SOI, UNIVERSITA' DI CAGLIARI (v1isoi@staffmail.ed.ac.uk)
DISCUSSANT:
- ALICE BELLAGAMBA
The panel aims to investigate the morphology of power at the margins of the African state. African borders have long been considered as barriers artificially drawn by colonial powers challenging grassroots cultural and socio-economic trajectories. Notions of (quasi-)failed states contributed to cristallize an understanding of borders as artifacts appropriated by the fragile postcolonial state to support its monopolistic claims to the use of violence within the national space. In recent years, the new wave of borderland studies have increasingly criticized this narrative. Far from being considered as fixed spatial bounda ries, borderlands are today looked at as fluid areas where identities are continuously renegotiated. New research focuses on the agency of local act ors, highlighting how borderlanders themselves actively engage in creating, shaping and exploiting borders to mobilise symbolic/material resources from the surrounding environment. From the perspective of the centre , the borderland is also the privileged locus where the postcolonial state merged developmental narratives and territorialisation s trategies, sometime in collaboration with private (trans-)national actors. The degree of state intervention and the nature of the agents involved in the statecraft project is useful to trace a distinction between frontiers of control, extraction and settlement (Geiger 2009) . In order to understand how these frontiers e volve, we would like to investigate on the internal dialectics within the administrative hierarchy of the state and between formal and informal stakeholders along the border as well. The contamination between primordial and Weberian identities intersect with daily practices of survival and control, transforming the frontier into the arena where different stakeholders (re-)negotiate new forms of dependency and statehood. The purpose of the panel is to deconstruct the process of appropriation and contestation of African borders, focusing on the underlying factors and strategies put in motion by the postcolonial state, regional elites and ordinary (trans-) borderlanders. We would like to put together contributions from different disciplinary fields, in order to understand how borders shape the trajectory of state formation – historical process of vulgarization of power – and state building – conscious effort of creating an apparatus of control (Berman, Lonsdale 1992) – in sub-Saharan Africa.
Il panel intende riflettere sulla morfologia e l'immaginario del potere ai margini dello statoafricano. I confini africani sono stati per lungo tempo considerati come barriere artificialmente tracciatedurante il dominio coloniale senza tener conto delle continuità culturali e socio-economiche delle popolazionicoinvolte, o come linee sulla sabbia appropriate dal fragile stato postcoloniale per rimarcare il monopoliosull'uso della forza all'interno del proprio territorio. Negli ultimi anni, il filone di ricerca dei borderland studiesha destrutturato questa visione, mettendo in evidenza la partecipazione di elite e comunità locali alla lorodemarcazione e successiva manipolazione per mobilitare repertori simbolici e materiali prima indisponibili. Lafrontiera è stata così reinterpretata come una zona grigia, dove giurisdizioni e identità collettive sisovrappongono in un percorso continuo di inclusione ed esclusione. In un visione più stato-centrica, la frontieraè però anche il luogo dove l'autorità post-coloniale, appropriandosi della narrativa sviluppista, ha dato vita astrategie ibride di territorializzazione del potere, spesso in collaborazione con attori privati (trans-nazionali. Ladialettica interna alla gerarchia amministrativa dello stato, nonché tra questo e le élite che a vario titolocontrollano i processi di accumulazione economica e politica lungo la periferia, è cruciale per comprendere letrasformazioni delle aree di confine in frontiere di controllo, estrazione o colonizzazione. Le costruzioniidentitarie legate al concetto di statualità Weberiana si intersecano con strategie di negoziazione del potereche ridisegnano la mappa dei rapporti di forza all'interno dello spazio politico nazionale (centro/periferia) e nelpiù ampio contesto regionale, trasformando la frontiera in un'arena dove elaborare nuove forme di dipendenzae dominio.L'obiettivo del panel è quello di decostruire i processi di appropriazione e contestazione dei confiniinterstatuali africani, mettendo in luce motivazioni e strategie dello stato postcoloniale, delle elite regionali edei gruppi (trans-)frontialieri. L'auspicio è quello di riflettere sul ruolo del confine nell'influenzare latraiettoria di formazione dello stato e la creazione consapevole di apparati di controllo, attraverso l'ausilio dicontributi innovativi espressione della multidisciplinarietà che contraddistingue i borderland studies.
PAPERS: